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Equipe Brassens

Progetto che si prefigge lo scopo di proporre i brani del Cantautore Francese George Brassens con testi tradotti in Italiano (alcune traduzioni sono a cura di un membro del gruppo e cioè dell’Avv. Giancarlo Russo Frattasi).
La band è formata da Andrea Savoia alla Voce, Emanuele Triggiani alla chitarra, Giancarlo Russo Frattasi chitarra e banjo e Vittorio Russo Frattasi al Basso.

 

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Biografia di Georges Brassens

Georges Brassens nasce a Sète, in Francia, il 22 ottobre 1921, figlio di un muratore e di una casalinga di origine lucana. Sin da fanciullo dimostrava più interesse per le canzoni di successo dell’epoca che non per la scuola e lo studio. Dotato di un buon orecchio musicale, a quattordici anni cominciava a scrivere le prime canzonette. L’incontro con la poesia francese, musicata e cantata, avviene grazie all’insegnamento del professore di Francese del liceo, il quale, forse per la sua personalità anticonformista e insolita, riesce a provocare l’interesse del giovane.<br /> I primi problemi arrivano però nel 1938 al terzo anno di liceo, quando viene espulso dalla scuola per via della testimonianza di un compagno di classe spione che, in seguito ad uno scandalo suscitato all’interno della scuola, a causa di alcuni piccoli furti avvenuti nelle case degli allievi più abbienti, aveva fatto anche il suo nome.<br /> Sospesi gli studi, al diciassettenne Georges non resta che iniziare a lavorare con il padre nella piccola impresa edile di famiglia. Intanto cresce la sua passione per la musica e in particolare sboccia in lui una certa passione per il grande cantante del momento, Charles Trenet, idolo di mezza Francia, del quale imita lo stile, scrivendo i primi versi.<br /> Nel 1940 decide di trasferirsi a Parigi, presso la zia, dove comincia a frequentare le biblioteche e a studiare i testi delle poesie francesi di Verlaine, Hugo, Apollinaire e gli altri. La ditta dove lavorava la Renault, viene bombardata e quando i tedeschi entrano a Parigi, è l’amico Luis Bestiou a convincerlo di riparare a Sète, il paese d’origine. Tornerà nella capitale solo dopo l’armistizio firmato da Pétain, ma questa volta non più per cercare lavoro: vuole dedicarsi interamente alla musica e alla poesia. Pubblica così a sue spese, nel 1942, il primo opuscolo di 13 poesie, A’ la Valvole, nel quale per la prima volta, rivela la sua vena satirica e anticonformista sulla religione, la giustizia, la morale.<br /> Nel 1943, a seguito di un decreto di lavoro obbligatorio imposto dai tedeschi al governo francese, è costretto a fare l’operaio alla BMW in un campo vicino Berlino e a interrompere i suoi studi. Qui però stringe alcune amicizie importanti, che gli resteranno per tutta la vita. Nel frattempo scrive anche qualche canzone, tra cui Pauvre Martin ( nella traduzione di Svampa: Pover Martin). Approfittando di un permesso di 15 giorni scappa a Parigi, nascondendosi presso una amica della zia.Nel 1944 la Liberazione. Gli amici si possono ritrovare tutti assieme a Parigi.Georges riprende a scrivere canzoni impara a suonare la chitarra. La prima esperienza dal vivo è un mezzo fiasco. Un famoso chansonnier, Jacques Grello, che ne era rimasto entusiasta, lo aveva fatto esibire nel suo locale, ma il pubblico non è stato in grado di apprezzarlo. La svolta avviene agli inizi del 1952, quando alcuni amici lo convincono a fare un provino in un famoso cabaret di Montmartre. La titolare, Patachou, rimastane affascinata lo convince a esibirsi nel suo locale e gli spalanca così la strada del successo.<br /> Brassens comincia a suonare in più locali e arrivano i primi guadagni. Conosciuto il direttore artistico di una famosa casa discografica, Jacques Canetti, inizia una tournee estiva conclusasi con un certo successo. Anche le prime recensioni sono favorevoli. Nel 1953 registra i primi 2 dischi, che sono subito tra i più venduti. Nel 1954, Brassens ottiene il Grand Premio del Disco dell'accademia Charles Cros per il meraviglioso Philips 432065 . Nel 1966, il tour musicale di Brassens e di Juliette Greco anima le serate migliori del T.N.P. L'anno seguente, a Brassens viene conferito il premio di poesia dell'Accademia Francese. Allo stesso tempo, il poeta comincia a fare i conti con la malattia: una lunga serie di coliche lo affligge, tanto che è costretto a farsi operare. La sua innata ironia gli permette di farsi beffe, una volta guarito, delle voci che lo volevano vittima di un cancro, o in procinto di morte. Celebri sono rimasti i versi con i quali rispondeva a queste dicerie: Le monstre du Loch Ness ne faisant plus recette; Durant les moments creux dans certaines gazettes; Systematiquement, les necrologues jou'nt; A me mettre au linceul sous des feuilles de chou. (Il bollettino della salute, sul disco 9) Ma nel novembre 1981, la notizia non è più una gossip di giornalisti: Georges Brassens muore a causa di un cancro nella sua terra natale, in Linguadoca, ad appena 60 anni, fiero di non aver mai tradito se stesso, la musica, e i suoi innumerevoli fan. E' lui stesso, nel disco 8, a comporre un verso con il quale rifiuta qualunque nobilitazione per non essersi mai tradito: Et Dieu reconnaisse pour sien Le brave petit musicien!

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